Welfare

Carceri: vergogna d’Italia. Celle di tortura

L’allarme dei medici penitenziari: "Sovraffollamento insostenibile, malattie diffuse, troppi suicidi". E' una vera emergenza umanitaria (di Sergio Segio)

di Redazione

Un?emergenza,va da sé, dovrebbe avere carattere temporaneo e contingente. Se, viceversa, lo stato d?emergenza o d?eccezione diventa permanente, il sistema cui esso si riferisce è certamente malato e l?emergenza diventa emergenza umanitaria. Incontrovertibilmente, il sistema penitenziario italiano è gravemente ammalato. L?emergenza perenne che vive è, a un tempo, causa ed effetto delle patologie che lo affliggono. Il carcere malato produce malattia. E spesso morte. Da ultimo, la denuncia e la ?fotografia? arriva dai medici penitenziari, riuniti a congresso: 58mila reclusi, di cui 20mila tossicodipendenti e 17.500 extracomunitari; 10.500 affetti da epatite C e B e 5mila da Aids; 5.200 scioperi della fame e 3.500 proteste tramite ingestione di corpi estranei; 70 suicidi riusciti e 852 tentati nel 2001. Questi ultimi dati sono stati forniti e analizzati da una recente ricerca di A buon diritto- Associazione per le libertà, presieduta da Luigi Manconi. Perché l?amministrazione penitenziaria i dati non li fornisce da tempo e quando lo fa è sempre con un ritardo imperdonabile. Nonostante i solleciti del Consiglio d?Europa, il governo italiano non ha dato il consenso alla pubblicazione del rapporto del Comitato europeo per la prevenzione della tortura, relativamente alle ispezioni compiute nel 2000. Quand?è così, non può stupire che il direttore di San Vittore, di fronte alle segnalazioni di violenze subite dai reclusi fatte filtrare all?esterno da un gruppo di volontari, taccia sulla veridicità o meno dei casi segnalati e sospenda invece l?ingresso in carcere ai volontari in questione. La domanda, a questo punto, diventa: chi controlla i controllori? Una risposta possibile la suggerisce Patrizio Gonnella nel Secondo Rapporto sulle condizioni di detenzione in Italia, curato dall?associazione Antigone, in libreria a fine giugno per le edizioni Carocci: «Le carceri vanno visitate, non solo da autorità pubbliche e magistrati, ma anche dai cittadini di una associazione o di una organizzazione non governativa». Ma la stessa Antigone, nell?autunno 2001, ha visto scadere il proprio permesso di ingresso nelle carceri, concessole nel 1998 da Alessandro Margara, garantista direttore del Dap, cacciato poi dal ministro, di Comunisti italiani, Diliberto. L?emergenza di oggi è anche il risultato di quella ingiustificabile defenestrazione. E, ancora di più, del cinico balletto con cui centrodestra e centrosinistra evitarono di fare l?amnistia-indulto invocata, nell?anno del Giubileo, dal Papa e sostenuta da centinaia di associazioni. L?impennata dei suicidi (+40%), la disperazione crescente, l?emergenza umanitaria nelle prigioni dovrebbero consigliare, in un?auspicabile resipiscenza politico-parlamentare, di ripensare a quel provvedimento.


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